Ma chi va nei Coworking? Anche tu.

chi-va-nei-coworking

Ma chi va nei coworking? Anche tu[Dalla newsletter personale del nostro fondatore]

È ormai da anni che aiuto chi vuole aprire un Coworking a capire come fare, possibilmente prima di fare investimenti.

È una parte del mio lavoro, quello di esaminare la fattibilità di un progetto di Coworking prima di farsi male con previsioni sbagliate, stime senza senso, consigli campati in aria.

Un approccio sanamente razionale, pragmaticamente basato su:

  1. analisi
  2. fattibilità
  3. business plan

In tutto questo cercare di capire se quel Coworking che hai in mente – attualmente allo stadio di progetto o di sogno – ha le gambe per reggersi in piedi, emergono molte domande, ma una ricorre praticamente sempre:

Chi sono coloro che frequentano i Coworking?

Quindi anche (tra le righe):

Questi soggetti sono presenti sul mio territorio? Verranno nel mio Cowo®, una volta aperto?

libro coworking

Ebbene, mentre la risposta breve è già nel titolo (nei Coworking, ovunque essi siano, ci va chiunque… anche tu, se non ci sei andatə, prima o poi ci andrai), oggi mi prendo il tempo e lo spazio per una risposta approfondita.

Cominciamo con un po’ di storia (poca poca, ché il Coworking è giovane).

Chi andava nei Coworking americani, all’inizio?

Esatto: com’è cominciata questa storia, da chi, esattamente?

Nella Silicon Valley del 2005, gli spazi che hanno dato origine al movimento (non attività economica, movimento) si chiamavano Spiral Muse, Hat Factory, Citizen Space.

Senza fare nomi (anzi no, facciamoli: Chris Messina, Brad Neuburg e Tara Hunt), ad aprirli ed animarli erano professionisti in ambito informatico.

In altre parole, dei nerd 🙂

Il bellissimo video che trovate più sotto, la cui trascrizione in italiano si trova alle pagine 219 – 223 del mio libro, racconta come questi pionieri visionari abbiano messo le basi di quello che è diventato, negli anni successivi, un modo di lavorare diffuso in tutto il mondo.

I concetti che raccontano questi signori sono – a mio avviso – straordinariamente attuali, e distinguono tuttora i Coworking che vale la pena di frequentare da tutti gli altri.

Mai come in questi anni, infatti, sono nati spazi con finalità di puro business, che mancano quindi clamorosamente l’obiettivo principale di un Coworking, che è la relazione professionale tra coloro che lo frequentano.

Era il 2005, a San Francisco, e questi nerd dicevano cose tipo:

“La vera ragione d’essere del Coworking è far uscire la gente dalle case, dai bar, e coinvolgerle in spazi orientati alla community” (Chris Messina)

Se non avete mai visto questo video, regalatevi 6:32 di cultura del Coworking:

E in Italia, quali professionisti hanno iniziato?

Veniamo a noi.

2008, Milano quartiere Lambrate. Un pazzo (io) decide che prova a fare Coworking in Italia.

E sapete chi è il primo a suonare il citofono?

Uno sviluppatore!

Anche da noi la tradizione del Coworking è salva: è un dev il primo ad affittare una scrivania!

Però l’ambito delle professioni che si fanno vedere, qui al Coworking milanese sede anche della nostra Rete, si allarga subito.

Arriva infatti un boat designer (ce ne saranno, più avanti, altri due… curioso no?), un consulente amministrativo, una traduttrice, e via via tantə altrə.

La lista dei mestieri che ho visto frequentare i Coworking sarebbe davvero lunga.

Nel paragrafo seguente ho provato a ricordare solo quelli che… cominciano per A.

(Sono o non sono pur sempre un copy? E lasciatemi divertire!).

2024: ecco chi va nei Coworking italiani

Oggi, intorno a me (intendo al Cowo® di Lambrate, dove lavoro io, così come negli altri 103 spazi di Coworking che fanno capo a Rete Cowo® in tutta Italia) troviamo letteralmente di tutto.

Qualche esempio?

  • account
  • agenti di commercio
  • ambulanzieri
  • amministratori di condominio
  • amministratori di sistema
  • analisti finanziari
  • architetti
  • arredatori
  • artigiani
  • artisti visivi
  • art director
  • aspiranti imprenditori
  • attori
  • autori di romanzi
  • autori musicali
  • avvocati

NB: ho conosciuto personalmente tutti questi soggetti, non li cito a caso 😂

In sostanza, le persone che utilizzano i Coworking, oggi in Italia, appartengono a tutti i settori economici, a tutte le professioni, a tutti i percorsi di carriera.

A livello di dati socio-demografici – senza rubare il lavoro a chi studia queste cose per mestiere ma con la concretezza di chi svolge questo lavoro ogni giorno, in tutta Italia, da 16 anni e più – posso dirvi che:

  • uomini e donne se la giocano alla pari
  • le fasce d’età non sono particolarmente caratterizzate

Se c’è una buona rappresentanza di fasce professionali più giovani (particolarmente in ambito startup) non mancano soggetti con maggior esperienza, sia come figure dirigenziali o manageriali, sia come imprenditori tout court.

Il mondo della libera professione ha abbracciato da tempo il Coworking come soluzione intelligente a problemi assurdi quali il costo degli immobili, in rapporto a una prassi lavorativa sempre più liquida e talvolta organizzata su più territori, magari varie città di una stessa regione ecc.

Architetti, avvocati, consulenti ❤️ Coworking, ve lo dico io.

Poi ci sono i casi particolari, come i turisti: da tempo ormai abbiamo individuato una tendenza crescente che riguarda i territori frequentati da persone in viaggio, principalmente per scopi turistici. Gli spazi interessati li abbiamo aggregati su una piattaforma che si chiama appunto CoworkingTuristico.it.

Che piaccia o no, anche durante le vacanze, molti professionisti hanno bisogno di Coworking, e se ne servono volentieri, organizzandosi durante i loro viaggi.

Vado avanti?

Posso andare anche molto avanti, fino a raggiungere chi lavora con il fitness, con la psicoterapia e dei trattamenti olistici, arrivando a toccare parrucchierə, nutrizionistiə ed osteopatə, ma finirei per esagerare con gli esempi particolari.

Parliamo piuttosto di un soggetto trasversale a tutti i territorio e a tutti gli spazi: il mondo delle imprese.

Guarda chi si vede al Coworking: le aziende

Seguendo un trend ormai più che consolidato all’estero, possiamo tranquillamente confermare anche noi di Rete Cowo® un dato saliente.

Anche in Italia, chi si rivolge a un Coworking per utilizzarne le strutture ed i servizi è sempre più spesso un’azienda.

Il nostro Network testimonia sempre più di frequente come arrivino ai vari spazi a noi affiliaiti richieste – anche importanti – da parte di companies che magari non ci si aspetterebbe.

E invece, chi è abituato a far quadrare bilanci e conti economici in azienda, ha ben compreso – già da un po’ – che la soluzione Coworking con le sue vantaggiose caratteristiche, quali:

  • soluzione immediata plug and play
  • no costi nascosti
  • no vincoli a lungo termine
  • flessibile (oggi un desk, domani un ufficio, dopodomani niente…)
  • networking oriented

…è quasi sempre una scelta vincente.

A volte vengono dall’estero, a volte sono soggetti italiani che transitano da una sede all’altra, altre volte ancora sono team che si spostano di città in città, mentre la sede rimane dov’è…

Inoltre: aziende nascenti, realtà che ad affittarsi un ufficio in modalità tradizionale nemmeno ci pensano.

Le esigenze di questo tipo di utilizzatori possono anche essere parecchio impegnative, specie nel caso di grandi aziende: decine di desk, uffici di varie tipologie, requisiti di sicurezza.

Ma quello che vediamo da parte di molte aziende, da tempi non sospetti (leggi: anche molto prima della pandemia) è una forte volontà di inserirsi in ambienti di Coworking.

Alla prossima newsletter, e grazie di avermi letto.

Buon Coworking e buona fortuna 🍀

Max

PS- E già che siamo su LinkedIn, qui trovate il link per seguire la pagina di Rete Cowo®.

👇

CowoMax, la newsletter di Massimo Carraro, fondatore di Rete Cowo®, viene pubblicata un paio di volte al mese su LinkedIn: iscriviti qui.

CowoMax la newsletter sul Coworking di Massimo Carraro

Leave Comment

Nascondi pre: