L’abbiamo invitata a conoscere il coworking e i coworker, ma non da lontano, da Palazzo Marino o attraverso un convegno, no: venendo a sedersi ai nostri tavoli.
Lei ha risposto come speravamo: ok.
E così, ieri alle 15, il tavolone di Cowo Milano/Lambrate ha visto l’incontro tra il team dell’assessore alle politiche per il lavoro di Milano, Cristina Tajani, e la community del coworking sede del progetto Cowo.
Emozionati e un po’ intimoriti da questa presenza istituzionale, eravamo quasi tutti presenti.
Abbiamo sottolineato che:
- coworking non significa spazi, ma persone
- Cowo è un business sostenibile, che mette il profitto al secondo posto, dopo le relazioni
- da ormai tre anni offriamo un servizio la cui sostenibilità – ne siamo certi – è utile alla città (l’assessore annuiva)
- Cowo ha attivato 14 spazi di coworking a Milano
- ogni volta che c’è il fuorisalone Cowo promuove la free coworking week (che nel 2011 ha coinvolto 4 spazi Cowo in città)
- è auspicabile che un eventuale progetto del comune parta dall’esistente, cioè dal dialogo con le coworking community attive in città
- il Comune sta mappando le realtà di coworking esistenti in città, in vista di uno studio da presentare tra qualche mese, con un evento a cui saremo tutti invitati
- il lavoro è cambiato, è il coworking è uno dei luoghi simbolo di questo cambiamento
- è disponibile a “fare qualcosa”
E quando ci ha invitato a fare delle proposte di progetti comuni… non ci siamo fatti attendere.
Ecco cosa abbiamo suggerito:
1
Proponiamo al Comune di Milano di “entrare in contatto” con le community di coworker nel modo più semplice ed efficace: frequentandole.
Venite nei Cowo, una volta a settimana, venite a sbrigare email, venite a fare le telefonate.
Venite a respirare l’aria del coworking, e magari le idee sul da farsi ci verranno insieme.
2
Proponiamo al Comune di Milano di aiutare i coworking portando in questi spazi eventi quali conferenze stampa, presentazioni, incontri ufficiali.
Questo tipo di visibilità sarebbe già di per sé un grande aiuto agli spazi di coworking.
Inoltre, il Comune dimostrerebbe sensibilità nel farsi promotore di spazi sostenibili, rivolti alle giovani imprese, agli autonomi, ai freelance.
In conclusione:
Il coworking è e deve rimanere sinonimo di sostenibilità.
E’ necessario supportare chi assicura sostenibilità alla città.
Non si tratta necessariamente di erogare denaro, si può fare molto anche “solo” coinvolgendosi.
Speriamo che questa amministrazione – che si è imposta per la sua capacità di ascoltare la città – voglia ascoltare anche il coworking.
Grazie assessore!
complimenti massimo, bel colpo. lucio
Grazie Lucio! E’ un risultato del lavoro di tutto il network, che si sta imponendo all’attenzione di molti, istituzioni comprese 🙂