17 anni di coworking

Rete Cowo compie 17 anni di Coworking! Uniamo i puntini di questa esperienza: ecco 17 cose che abbiamo imparato.

Era il 2008 quando ci lanciavamo – primi in Italia – in questa nuova dimensione del Coworking.

Non utilizziamo a caso questa espressione…

Quella che per noi era un’avventura divertente, un esperimento nato così per provare, per la curiosità di rispondere a una nostra esigenza (sfruttare meglio lo spazio, e nel contempo allargare la nostra Rete di contatti professionali) con qualcosa di nuovo, sarebbe davvero diventata negli anni successivi, una nuova dimensione degli spazi lavorativi.

Oltre che un’attività economica vera e propria, motore di un brand in cui oggi si riconoscono decine e decine di Coworking in tutta Italia.

Come si usa in questi momenti, ci si ferma un attimo a riflettere.

Che significato ha, lavorare tanti anni, nel momento in cui alzi la testa dall’operatività e cerchi un senso, una direzione, una prospettiva?

La risposta, per quanto ci riguarda, è semplice: è la quantità di cose che si imparano, e si reinvestono continuamente, a favore dell’ecosistema.

Cogliamo quindi l’occasione di questi 17 anni che festeggiamo in questi giorni per unire i puntini di tutta questa esperienza.

Quanti puntini? Beh, diciassette 😉

1.
Il Coworking non sta fermo: si evolve

2.
“Coworking” è una parola che si usa sempre di più, in sempre più contesti (dai condomìni di nuova costruzione agli hotel, per dirne un paio)

3.
C’è differenza tra “fare Coworking” ed “essere un Coworking”: nel primo caso è un affitto di spazi, nel secondo è essere una community

4.
La cultura del Coworking – quindi dello spazio condiviso e collaborativo – ha contagiato anche i Business Center, a giudicare (ad esempio) dal modo in cui si fanno pubblicità

5.
Gli spazi di Coworking, nati per i free-lance del mondo informatico, si sono via via aperti agli altri settori, poi alle aziende e, ultimamenente, ai dipendenti delle aziende in smart working

6.
Una pandemia può cambiare l’assetto di un Coworking e anche i suoi utilizzatori, ma non elimina il bisogno sociale di lavorare a contatto con altri

7.
Tutti i territori (metropolitano, urbano, città e cittadine, piccoli centri ecc) sono adatti al Coworking, per il semplice motivo che in tutti i territori vi sono persone e organizzazioni che ne hanno bisogno

8.
Ad oggi (2025), i soggetti che hanno bisogno di un Coworking raramente se ne rendono conto: perché non sanno che esiste (fanno eccezione un paio di grandi città)

9.
Le persone cercano il Coworking giusto per loro, e quasi mai è una questione di prezzo

10.
Anche le aziende apprezzano il lato “sociale” del Coworking (non a caso sono fatte di persone…)

11.
La flessibilità e l’assenza di vincoli sono fattori di scelta molto più del prezzo del servizio

12.
Il Coworking (quello buono, fatto bene) favorisce la nascita di progetti di lavoro condivisi

13.
Nei Coworking le generazioni si parlano

14.
Essere ispirati da un’altra persona o organizzazione non è infrequente, al Coworking

15.
A livello di utilizzatori e utilizzatrici, coloro che traggono più benefici dal Coworking sono coloro che vi investono di più, che vi portano più energia e più idee (e magari una torta ogni tanto)

16.
Il Coworking rende possibile un’idea che altrimenti potrebbe risultare velleitaria o utopistica: lavorare a contatto con altri ma fuori da logiche competitive

17.
A chi è capace di visione, il Coworking può dare molto: dalle opportunità di collaborazione alle aperture verso settori di attività diversificati (si pensi alla formazione, agli eventi, al mondo sanitario-benessere…)

compleanno 17 anni coworking