Ho fatto un Coworking, anzi 100: la prefazione di Ivana Pais.

È in fase di ultimazione il libro di Massimo Carraro sul Coworking [Aggiornamento: il libro è ora disponibile su Amazon].
Il nostro fondatore ha già condiviso alcune anticipazioni sui suoi social personali, ma oggi abbiamo il piacere di offrirvi un’anteprima esclusiva qui sul blog ufficiale del Network: la prefazione scritta da Ivana Pais.
La prof.ssa Pais, ordinaria di sociologia economica all’Università Cattolica di Milano, ha arricchito il nostro libro con una prefazione che esplora in profondità il progetto di Coworking Rete Cowo. Nella sua introduzione, la prof.ssa Pais mette in luce tre aspetti chiave che caratterizzano il nostro approccio al Coworking, offrendo un quadro prezioso e illuminante.
Ibridazione online-offline
Uno dei temi centrali trattati dalla prof.ssa Pais è l’ibridazione tra il mondo online e offline. Questo concetto, che è al cuore della nostra visione, riflette la capacità di Rete Cowo di integrare le dinamiche digitali con le esperienze fisiche nel mondo del Coworking. La prefazione sottolinea come la nostra rete di spazi di Coworking non solo faciliti il lavoro remoto attraverso strumenti digitali avanzati, ma crei anche spazi fisici dove le interazioni umane e la collaborazione possano prosperare. Questo equilibrio tra virtuale e reale è essenziale per comprendere come il Coworking moderno possa rispondere alle esigenze di una forza lavoro sempre più distribuita e interconnessa.
La valorizzazione delle risorse disponibili
Un altro punto cruciale evidenziato dalla prof.ssa Pais è la valorizzazione delle risorse esistenti. Rete Cowo si distingue per la capacità di sfruttare al massimo le risorse disponibili, ottimizzando spazi e strumenti per creare ambienti di lavoro altamente funzionali e stimolanti. La prefazione esplora come la nostra rete non solo gestisca in modo efficace le risorse materiali, ma promuova anche un uso intelligente e sostenibile degli stessi. Questo approccio non solo supporta l’efficienza operativa ma contribuisce anche a un modello di Coworking più ecologico e responsabile.
La prossimità
Infine, la prof.ssa Pais discute l’importanza della prossimità, un valore fondamentale nella nostra rete di Coworking. La vicinanza fisica tra i membri, che spesso si traduce in una maggiore coesione e opportunità di networking, è una delle caratteristiche distintive del nostro modello. La prefazione illustra come Rete Cowo faccia della prossimità un elemento chiave per stimolare la collaborazione e il supporto reciproco tra i membri, creando così una comunità dinamica e interconnessa.
Leggere le riflessioni della prof.ssa Pais è sempre un’esperienza arricchente. Non solo si apprendono nuove prospettive, ma si ha anche l’opportunità di vedere come concetti e idee si intrecciano e si rinforzano a vicenda. La sua analisi fornisce una comprensione profonda di come Rete Cowo si inserisce in un contesto più ampio di evoluzione del lavoro e delle dinamiche sociali.
Ringraziamo sinceramente la prof.ssa Ivana Pais per la sua preziosa collaborazione e per aver dedicato il suo tempo a scrivere una prefazione che aggiunge grande valore al nostro libro. Siamo entusiasti di condividere con voi questa piccola ma fondamentale anteprima e vi auguriamo una buona lettura!
PREFAZIONE – DI IVANA PAIS

Sono entrata per la prima volta nel Cowo® n.1 di via Ventura a Milano per un Presentation Lunch (la “pizzata”).
Credo fosse il 2012.
Mi occupavo di innovazione economica e sociale ed ero incuriosita dalle forme di economia collaborativa che si stavano rafforzando e mettendo in rete tra loro, negli anni successivi alla crisi finanziaria ed economica del 2008.
Nella diversità delle esperienze, presentavano alcuni tratti in comune: il rapporto tra pari, la centralità di collaborazione e condivisione e, soprattutto, l’apertura.
Le piattaforme digitali sono aperte per natura, mentre è più difficile trovare questa logica nei luoghi fisici dell’innovazione, che più spesso erano (e sono) basati su logiche di club, con selezione all’ingresso.
Invece in Cowo®, fin dall’inizio, ho trovato la “porta aperta” che non a caso è il primo principio della cooperazione.
Lo sostiene anche Max nel libro:
Apertura potrebbe essere la parola chiave di tutta la “Coworking vision” di Cowo
Quella porta per me negli anni è diventata girevole: sono entrata e uscita più volte dalle porte fisiche e dagli accessi digitali di Rete Cowo e ho avuto il piacere di conoscere sempre meglio le persone che la abitano.
In questo libro troverete la storia di Cowo, le esperienze accumulate in tanti anni (dal 2008) e un patrimonio di conoscenze che, come sempre, Max ha deciso di condividere.
Credo ci sia anche altro, in queste pagine: c’è l’onestà di quelli che sono stati definiti gli “eroi quotidiani”, di chi fa innovazione non per seguire le mode o per costruire la propria identità come innovatore, ma perché ci vede un valore per sé e per altri, di chi non copia e incolla l’ultima tendenza della Silicon Valley ma riflette su come implementare nuove strategie nel nostro tessuto socio-economico.
Max, che si definisce “un artigiano” del suo lavoro, aggiunge:
Chi sceglie di aprirsi al Coworking con Cowo non è quasi mai un innovatore, nel senso “mediatico” del termine […] i miei affiliati sono […] persone normalissime, che scelgono di proporre e divulgare un modo migliore di lavorare nei loro normalissimi ambienti di riferimento.
Come si vede, nulla di eclatantemente innovativo, sono spesso tentativi che nascono modestamente, al di fuori dei percorsi di innovazione più noti negli ambienti che di questo si occupano.
È quello di cui abbiamo sempre avuto bisogno e oggi è ancora più importante.
Negli anni in cui nasceva Cowo®, ci si chiedeva quanto sarebbe durata la crisi economica.
Ci abbiamo messo anni a capire che non sarebbe stata solo una temporanea battuta di arresto del processo di sviluppo economico. Oggi, di nuovo, ci si chiede quanto durerà la parentesi della crisi pandemica, senza considerare la più ampia crisi ambientale di cui è parte.
Dopo più di un anno dall’inizio della pandemia, ancora fatichiamo a uscire dalla sensazione di sospensione e a iniziare a progettare il futuro.
Questo libro ci aiuta a farlo: la ricostruzione dei tratti che caratterizzano il Coworking in Italia ci permette di delineare le direzioni in cui muovere i prossimi passi.
Mi limito a richiamare tre questioni a mio parere centrali e lascio al lettore il piacere di scoprire gli altri nelle pagine che seguono.
• Prima questione: l’ibridazione tra online e offline
Max ci ricorda che…
…il Web è il terreno su cui la pianta del Coworking ha attecchito ed è cresciuta: erano informatici i primi coworker americani, e anche questo ha un suo significato.
[…]
Il nostro lavoro con ogni spazio Cowo è un continuo rimando tra i due piani: ciò che accade nei locali del Coworking, nel quartiere, alle persone coinvolte, viene riportato in forma di post o altro contenuto sul Web.Le cose che pubblichiamo online servono spesso a far succedere qualcosa sul territorio, negli spazi fisici del Coworking (incontri, contatti, piccoli e grandi eventi, altro) e così via.
Le esperienze di innovazione economica e sociale che – a partire dal 2013 – sono state ricondotte alla cosiddetta sharing economy si sono sviluppate prevalentemente attraverso piattaforma digitale.
In tutte le analisi dell’economia collaborativa, il Coworking crea problemi classificatori: non è basato su una piattaforma digitale ma opera secondo le stesse logiche.
Non solo: se non ci fosse il digitale probabilmente non sarebbe mai nato e comunque non sarebbe lo stesso.
• Seconda questione: la valorizzazione delle risorse già disponibili
Un principio – ancora una volta – coerente con l’economia collaborativa.
Su questo punto, Max richiama:
…l’utilizzo “ecologico” di risorse altrimenti sprecate (le scrivanie e gli uffici inutilizzati, grazie al Coworking, trovano nuova vita, nuovo senso) e l’affrancamento virtuoso da qualsiasi idea di Business Plan tradizionale.
Rete Cowo® non propone di creare nuove imprese ma di trasformare quelle già esistenti e indica una direzione: l’integrazione tra economia e società, tra scambi di mercato e forme di reciprocità.
Una reciprocità estesa a legami deboli, che consente la creazione di nuove reti di scambio di informazioni, di conoscenze e, fattore non secondario, di supporto emotivo.
• Terza questione: la prossimità
La pandemia ci ha fatto riscoprire i quartieri in cui viviamo e le potenzialità di un lavoro vicino a casa.
Questo ha aperto un dibattito stimolante sulla città policentrica e sulle potenzialità delle politiche per la città a 15 minuti e le sue varianti.
Questa dimensione è da sempre al cuore della proposta di Rete Cowo.
Nel leggere le pagine che seguono, vedrete che ogni volta che parla di uno spazio Cowo, a partire dal n.1, Max fa riferimento al quartiere:
In Via Ventura, nel quartiere Lambrate di Milano
L’esperienza del Cowo® di Via Ventura è particolare, come potrete leggere: lo spazio di Coworking ha aperto in una fase di profonda trasformazione del quartiere, a cui a sua volta ha portato un contributo determinante.
Ma Max generalizza questa esperienza e la considera un elemento portante della proposta:
…il primo e più importante target di riferimento per uno spazio Coworking è il km quadrato intorno ad esso: quartiere, vie, luoghi di riferimento
Il Coworking ha bisogno di quelli che la sociologia chiama i “beni collettivi locali”: mezzi di trasporto che consentano di raggiungere facilmente lo spazio, commercio di prossimità, una certa “atmosfera” che possa stimolare il confronto e l’innovazione.
Al tempo stesso, i Coworking sono essi stessi beni collettivi locali perché rappresentano una risorsa per la costruzione di nuove comunità economiche locali.
L’aspetto forse più interessante è che si tratta di luoghi radicati nel territorio e, nel contempo, connessi ad altri nodi, attraverso reti (come quella del Network Cowo), partnership con altri attori e anche attraverso le reti lunghe e leggere del digitale.
Ringrazio Max per aver condiviso – ancora una volta – la sua esperienza e mi auguro che la lettura di questo libro possa stimolare nuovi eroi quotidiani.
Buona lettura!
(Ivana Pais è ordinaria di sociologia economica all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano)
