Incontro con l’assessora delle politiche per il lavoro Cristina Tajani.
Speriamo che sia l’inizio di qualcosa.
Speriamo che questo qualcosa nasca insieme alla community.
E’ bello che un esponente delle istituzioni prenda e venga in uno spazio di Coworking.
Ci fa sentire come se lavorassimo anche noi per la città.
Siamo emozionati: è la prima volta che la nostra città ci parla.
Siamo curiosi, perché abbiamo appreso che il Comune di Milano ha dei progetti di Coworking. Speriamo siano belli!
Ci gratifica pensare che la nostra idea di “Coworking pubblico” forse si attuerà proprio nella nostra città.
Desideriamo molto collaborare con il Comune, sentiamo Milano come la patria di Cowo (qui siamo nati, qui abbiamo sviluppato una presenza significativa con numerosi spazi già aperti e attivi): sapremo parlare la lingua degli amministratori?
Sarà un piacere raccontare il nostro progetto a un’amministrazione che ha risposto subito al nostro invito, dimostrando di saper ascoltare.
Chissà se potremo darci del tu, come facciamo sempre noi al Cowo?
Ma ripercorriamo i passi che hanno portato all’appuntamento.
Tutto è nato da una lettera aperta: questa.
Invitiamo al Coworking l’assessore per le politiche del lavoro del Comune di Milano.
Alla conferenza di Berlino abbiamo visto la lettera del governo tedesco che chiedeva alla Coworking community internazionale riunita per l’occasione, le 10 cose che servono al movimento del Coworking per svilupparsi.
Mentre partecipavamo alla sessione di lavoro per scrivere la risposta, ci chiedevamo che cosa mancasse all’Italia per essere così presente, così attiva nell’ascolto.
Forse siamo ingenui, ma non ci rassegnamo alla mancanza di interlocutori, a un coinvolgimento più importante.
E così è nata l’idea di chiedere a chi amministra la città di Milano una cosa sola, ma non meno importante delle 10 del governo tedesco.
Chiediamo che l’assessore e/o qualcuno del municipio venga una volta, o magari regolarmente, a lavorare in un Coworking
Milano è la città che ha fatto nascere il progetto Cowo, e lo rappresenta magnificamente con ben 14 spazi di coworking, su 59 in tutta Italia [update: sono poi diventati molti di più]
Una realtà unica al mondo e ormai nota a livello globale, che ha appena riscosso il sonoro, continuativo e affettuoso applauso della Coworking Conference di Berlino, oltre 200 persone da tutta Europa, dagli USA e dalla Cina.
Tutto questo è nato a Milano, al Cowo di Via Ventura, che continua ad essere un riferimento per la community, non solo italiana.
Ecco quindi il testo della mail scritta stamattina all’assessore alle politiche del lavoro di Milano, Cristina Tajani, con cui la invitiamo a passare qualche ora tra noi.
Buongiorno assessora,
mi chiamo Massimo Carraro e sono il fondatore – insieme a Laura Coppola, in copia – di un progetto di Coworking nato a Milano nel 2008 e sviluppatosi [ad oggi, 2011] in 39 città, con 58 spazi.
Ho avuto notizia da Dario Banfi – autore del libro “Vita da freelance”, anch’egli in copia – del suo interesse per il Coworking, e ho pensato che forse è giunto il momento di presentarmi 🙂
Questa mail non è una richiesta di fondi né di assistenza di alcun genere, ciò che chiede è qualcosa di infinitamente più prezioso.
Ma prima due righe di presentazione della nostra realtà, che si chiama “Cowo”.
Cowo nasce sull’esempio degli spazi di lavoro condiviso nati in California nel 2005, da cui abbiamo tratto ispirazione online.
Il 1° aprile 2008 abbiamo lanciato, attraverso un semplice blog, l’idea di condividere il nostro ufficio di via Ventura (quartiere Lambrate), a condizioni sostenibili (200 euro/mese una postazione di lavoro tutto compreso, con wi-fi bello pimpante e caffè gratis).
Le postazioni erano (e sono) 7, la sede di lavoro è anche quella della mia società, che si occupa di comunicazione.
La risposta è stata immediata, ed è piano piano cresciuta nel tempo.
Da parte nostra, non abbiamo inseguito il dio del profitto, ma – pur facendo attenzione al lato economico della faccenda – abbiamo sempre privilegiato le relazioni, in quanto pensiamo che nella società di oggi la rete di rapporti sia la cosa più importante, e noi la mettiamo prima del profitto, in ogni cosa che facciamo.
L’anno successivo, stimolati dalle molte telefonate ricevute, abbiamo messo online un altro blog: questa volta offrendo il nostro know-how a tutti coloro che volevano aprire uno spazio di coworking nel loro ufficio, nella loro città.
Compresi nel kit: knowledge-base legale/fiscale/amministrativa, spazio sulla piattaforma web, moduli di contratto a norma di legge, attività di comunicazione.
Fee richiesto: euro 250/anno, senza altre revenue o percentuali.
Da allora abbiamo portato 58 realtà in tutta italia ad aprire il proprio spazio professionale (studio, società, azienda) al coworking.
In altre parole, si sono formati 58 luoghi dove un giovane o una start-up a inizio attività possano avere un luogo di lavoro a prezzo sostenibile e – soprattutto – in un ambiente collaborativo.
Sono orgoglioso di dire – e lo dico tutte le volte che posso, quando mi trovo in giro per convegni – che la città di milano è la capofila di questo bel progetto, con 14 spazi attivi.
Tra le cose che non posso non raccontarle, c’è il coworking camp nazionale, svoltosi nel 2010 e 2011, sempre qui a milano, l’iniziativa “Free Coworking Week” durante la settimana del Fuorisalone, la piattaforma di navigazione “Cowo Wi-fi”, che permette una navigazione stabile, sicura, legale a tutti coloro che si trovano al Cowo ed anche fuori, funzionando, di fatto, da hot spot pubblico.
Tutto questo è stato fatto di nostra iniziativa, con le nostre risorse, investendo una montagna di giornate (e nottate) di lavoro, e cercando di non cambiare mai la linea di sostenibilità e collaboratività che abbiamo scelto fin dall’inizio.
Le entrate economiche del progetto sono basse e non compensano il lavoro, ma la rete di relazioni creatasi è ormai globale, con centinaia di contatti che si incrociano senza sosta tra i nostri spazi fisici e le varie communities online che si sono via via create (noi stessi gestiamo una presenza costante su 9 social network).
Ma vengo alla mia richiesta 🙂
Vorrei che lei venisse a lavorare una giornata al Coworking
Mi sento di chiederglielo perché mi pare di aver capito, con sollievo, che questa amministrazione si distinguerà per la partecipazione e l’ascolto.
Penso che il Coworking sia una cosa da ascoltare, e non si può ascoltarla da lontano, o rimanendo chiusi nelle sedi istituzionali.
Sarà un piacere presentarle i professionisti che popolano il nostro spazio (tra essi architetti, un ingegnere, professionisti del web, consulenti, progettisti)… e penso che potrebbe anche piacerle l’aria positiva, di sana voglia di costruire che si respira qui dentro.
Rimango a sua disposizione al n. 02/21.51.581, oltre che a questa mail.
Un cordiale saluto e grazie per la sua preziosa attenzione.
Massimo Carraro
PS – Qualche link utile:
- Tutte le presentazioni tenute da Cowo in occasioni pubbliche, dal 2008 a oggi
- Alcune foto dal congresso “Coworking Europe 2011” tenutosi a Berlino nei giorni scorsi
[Dopo l’incontro] Le modeste proposte di Cowo® all’assessora del Comune di Milano Cristina Tajani
L’abbiamo invitata a conoscere il Coworking e i coworker, ma non da lontano, da Palazzo Marino o attraverso un convegno, no: venendo a sedersi ai nostri tavoli.
Lei ha risposto come speravamo: ok.
E così, ieri alle 15, il tavolone di Cowo Milano/Lambrate ha visto l’incontro tra il team dell’assessore alle politiche per il lavoro di Milano, Cristina Tajani, e la community del Coworking sede del progetto Rete Cowo.
Emozionati e un po’ intimoriti da questa presenza istituzionale, eravamo quasi tutti presenti.
Abbiamo sottolineato che:
- Coworking non significa spazi, ma persone
- Cowo è un business sostenibile, che mette il profitto al secondo posto, dopo le relazioni
- Da ormai tre anni (dal 2008) offriamo un servizio la cui sostenibilità – ne siamo certi – è utile alla città (l’assessore annuiva)
- Cowo ha attivato 14 spazi di Coworking a Milano
- Ogni volta che c’è il FuoriSalone Cowo promuove la Free Coworking Week (che nel 2011 ha coinvolto 4 spazi Cowo in città)
- È auspicabile che un eventuale progetto del Comune parta dall’esistente, cioè dal dialogo con le Coworking community attive in città
- Il Comune sta mappando le realtà di Coworking esistenti in città, in vista di uno studio da presentare tra qualche mese, con un evento a cui saremo tutti invitati
- Il lavoro è cambiato, e il Coworking è uno dei luoghi simbolo di questo cambiamento
- È disponibile a “fare qualcosa”
E quando ci ha invitato a fare delle proposte di progetti comuni… non ci siamo fatti attendere.
Ecco cosa abbiamo suggerito:
1.
Proponiamo al Comune di Milano di “entrare in contatto” con le community di coworker nel modo più semplice ed efficace: frequentandole.
Venite nei Cowo, una volta a settimana, venite a sbrigare email, venite a fare le telefonate.
Venite a respirare l’aria del Coworking, e magari le idee sul da farsi ci verranno insieme.
2.
Proponiamo al Comune di Milano di aiutare i Coworking portando in questi spazi eventi quali conferenze stampa, presentazioni, incontri ufficiali.
Questo tipo di visibilità sarebbe già di per sé un grande aiuto agli spazi di Coworking.
Inoltre, il Comune dimostrerebbe sensibilità nel farsi promotore di spazi sostenibili, rivolti alle giovani imprese, agli autonomi, ai freelance.
In conclusione:
👉 Il Coworking è e deve rimanere sinonimo di sostenibilità.
👉 E’ necessario supportare chi assicura sostenibilità alla città.
👉 Non si tratta necessariamente di erogare denaro, si può fare molto anche “solo” coinvolgendosi.
👉 Speriamo che questa amministrazione – che si è imposta per la sua capacità di ascoltare la città – voglia ascoltare anche il Coworking.
👉 Grazie assessora!