Spesso, nelle conversazioni, diciamo che in futuro il Coworking si farà ovunque: bar, stazioni, alberghi…
Ed ecco che, quasi a riprova delle nostre parole, all’IKEA compare una Coworking Area decisamente interessante.
Nel nostro parlare, pensare, studiare le evoluzioni del Coworking, potevamo farci sfuggire una delle più interessanti espressioni del mercato?
Certo che no!
L’IKEA ci dimostra che un pezzo di “futuro agile loro lo hanno già realizzato.
Un Coworking gratuito, gradevole e ottimamente funzionante, a disposizione dei clienti fino alle ore 22.00.
Cowo® è andato a provarlo… con qualche domanda in testa.
LE DOMANDE CHE CI SIAMO PORTATI AL COWORKING DI IKEA:
• Che cosa si prova a prendere una postazione in un negozio?
• Che differenze ci sono con gli spazi “normali”?
• Perché un colosso come IKEA si mette a fare Coworking?
• Dobbiamo preoccuparci o essere contenti? È concorrenza o mercato che si espande?
• Funzionerà e prendera piede, o rimarrà un esperimento?
Per rispondere a questi quesiti che, ne siamo certi, sarebbero venuti anche a voi, abbiamo preso il nostro computer, siamo andati a San Giuliano Milanese e – dopo un buon caffè nel bar IKEA – abbiamo preso posto a una scrivania e iniziato la nostra giornata di lavoro.
Ecco il resoconto dell’esperienza, in collaborazione con la nostra Cristina, che all’IKEA ha fatto un #MyCoworkingDay speciale!
Se come me avete ristrutturato casa da poco, sono certa che l’IKEA sarà stata una tappa fissa dei weekend o anche dei giorni infrasettimanali.
Ma chi mai avrebbe potuto immaginare che sarebbe potuto diventare anche un ufficio, per di più un Coworking?
La grande catena retail Made in Sweden propone una Coworking Area: scrivanie, sedie ergonomiche, armadietti, prese tradizionali e USB per chi desidera un luogo dove lavorare. Eccoci!
.E non mi riferisco all’area ristorante dove – visto che il wi-fi da IKEA è ovunque – ci si potrebbe anche adattare a lavorare al PC, ma di un vero e proprio Coworking.
Qui all’IKEA di San Giuliano basta salire le scale dal parcheggio, arrivare al primo piano, andare verso il ristorante, ed eccoti in un vero e proprio Coworking Space.
10 scrivanie, una di fronte all’altra, ognuna dotata di una sedia, lampada da tavolo, prese.
Poco più in là, divanetti e pouf per chi volesse allontanarsi per parlare al telefono, fare una riunione informale o prendersi momentaneamente una pausa dal lavoro.
Insomma tutto quello che può servire per lavorare al meglio, wi-fi libero e gratis (non occorre registrarsi, aspetto che ha pro e contro), aria condizionata compresa.
IKEA d’altra parte lo dice proprio, su un bel cartello posto sopra gli armadietti, tra alcuni volumi decorativi e tre abat-jour rosa:
Welcome nella Coworking area Ikea.
Siediti, lavora o rilassati, questo spazio è dedicato a te.
E come si lavora qui?
Devo dire: piuttosto bene.
La mia giornata è iniziata alle 10 del mattino (nei giorni feriali questo è l’orario di apertura, eccezion fatta per il weekend che è anticipata di un’ora), è poi proseguita fino al primo pomeriggio, ma avrei potuto tranquillamente restare fino alle 22 (nel weekend fino alle 21).
Appena arrivata, ho erroneamente pensato che nessuno sapesse dell’area Coworking…
C’erano solo 2 ragazzi che lavoravano fianco a fianco nella stessa scrivania, ma nessun altro.
Mi è bastato il tempo di mandare un paio di mail che la situazione era cambiata: quasi tutte le scrivanie dietro di me erano occupate, c’era anche chi ci aveva posizionato una stampante (!)… e poco dopo è arrivata una persona di fronte a me.
In mezzo a noi un separé, rigorosamente made in Ikea, alto il giusto per evitare di vedere cosa fa l’altro, ma perfetto per scambiare qualche chiacchiera tra un lavoro e l’altro.
E in pieno stile Coworking, da una che è abituata a frequentarne diversi, mi sono messa a parlare con Piero, così si chiamava il mio vicino di scrivania, davanti a me.
Si occupa di trading online ma è allo stesso tempo appassionato di editoria:
Vengo qui in questi giorni anziché lavorare da casa perché c’è l’area condizionata, lo faccio da un paio di settimane.
Perché scelgo Ikea?
Perché è vicino a casa, è aperto fino a tardi e mi offre la possibilità di lavorare in modo diverso.
Ma non essendo un Coworking gestito, bensì un’area aperta e libera, come si fa a lasciare le proprie cose per allontanarsi e – ad esempio – andare in bagno?
Beh, basta che ti porti un lucchetto…
mi dice il mio Coworker, indicando gli armadietti.
…così è tutto al sicuro
Ottimo!
Unica nota dolente: se, come me, dovete fare una lunga telefonata di un’ora e mezza, può capitare che mentre parli con il tuo cliente una voce dall’alto si intrometta nella conversazione:
Vieni al Ristorante! Vieni a provare la pasta al salmone!
Detto questo, è bene ricordarci che non siamo in un Coworking vero e proprio, e non solo per l’altoparlante.
Manca tutto quell’aspetto di relazione, e magari collaborazione, che rende il Coworking un posto speciale, dove trovi le competenze che cerchi, gente che ti consiglia sul tuo lavoro e con cui ogni mattina ti prendi un caffè o vai a pranzo.
Oltre appunto a mancare la figura importante e fondamentale di un Coworking: chi lo gestisce, chi si assicura che vada tutto bene e venga incontro alle esigenze dei coworker.
Come nel mio caso che – con tutta quell’aria condizionata – stavo diventando un ghiacciolo!
Ha comunque molto del Coworking questo posto: scrivanie, wifi, prese ovunque, lampade da tavolo, area relax, armadietti, macchinette varie per prendere snack o acqua, oltre al ristorante self-service proprio lì, a un passo.
Insomma, per chi vuole lavorare senza distrarsi… è tutto a portata di mano e il wi-fi funziona bene.
Che IKEA abbia pensato proprio a un’area simile ovviamente ha un doppio significato: da un lato pubblicizza e fa testare i suoi arredi per l’ufficio a chi deve usarli, dall’altro dimostra che il Coworking ormai è sempre più uno “state of mind”.
Sulla base di questa nostra osservazione diretta, sul campo, proviamo quindi a formulare…
LE RISPOSTE ALLE NOSTRE DOMANDE:
• Che cosa si prova a prendere una postazione in un negozio?
Se hai l’abitudine a concentrarti ovunque (molti di noi lavorano senza problemi in treno, al bar, su una panchina…) non è nulla di speciale.
L’area che abbiamo testato noi è quieta e – ovviamente – ben arredata.
Lontano dal passaggio principale dello shopping, un po’ appartata.
Siamo abituati a questo e altro… il fatto che sia in un negozio non è nulla di strano. Non siamo più nel 2008 😉
• Che differenze ci sono con gli spazi “normali”?
Diverse.
Innanzitutto, manca la relazione, l’attenzione al contatto personale, la cura che un buon Coworking dedica all’arte di far incontrare le persone senza invasività, ma creando sempre una forma di incontro, discreta ma reale.
Perché il Coworking è e continua ad essere – per quanto ci riguarda – la possibilità di condividere uno spazio professionale consapevoli delle possibili sinergie che possono nascere tra professionisti che lo frequentano (Wikipedia docet).
Questo, tra estranei totali, è difficile che accada (Cristina ci riesce, come abbiamo visto, ma lei è… cintura nera di Coworking, non fa testo!).
Secondariamente, non puoi lasciare i tuoi documenti e materiali.
E’ uno spazio pubblico, ben gestito fin che si vuole, ma alla sera devi portarti via tutto.
Terzo: la vita del negozio un pochino “si infila” nella vita del Coworking.
L’altoparlante che lancia le offerte del giorno, il bambino che si avvicina curioso, i flussi di persone all’ora di pranzo.
Ma c’è anche del positivo, sotto la categoria delle “differenze dai normali Coworking”.
Ad esempio, nessuna formalità né contatto preliminare per prenotare… arrivi, ti siedi, lavori (attenzione: si riempie in fretta, ma anche i divanetti sono OK).
Last but not least, non paghi niente, mai. Non è poco.
• Perché un colosso come IKEA si mette a fare Coworking?
Questa è una domanda da tesi di laurea… ma proviamo a fare delle ipotesi.
1.
IKEA È UNO DEI MAGGIORI PROTAGONISTI DEL RETAIL AL MONDO, E LO È ANCHE PERCHÈ GUARDA COSTANTEMENTE AVANTI.
Non dimentichiamo che prima di IKEA tantissime cose erano diverse, oltre al modo di comprare i mobili, aspetto non certo trascurabile.
Prima di IKEA per noleggiare un furgone dovevi andare dal noleggiatore.
Prima di IKEA se volevi dar da mangiare a tuo figlio con 1 euro dovevi startene a casa.
Prima di IKEA una casa economica ed allegra la poteva avere solo un artista di talento.
Questo per dire che siamo davanti a un gigante – imprenditoriale e culturale – osserviamo con attenzione e, nel nostro piccolo, cerchiamo di imparare.
2.
IKEA È UN NEGOZIO, E I NEGOZI HANNO UN OBIETTIVO PRIMARIO SEMPRE: FAR ENTRARE LE PERSONE DALLA PORTA.
Ogni idea che fa arrivare qualcuno alla porta del negozio è un’ottima idea.
3.
IL MONDO DEI PROFESSIONAL È UN TARGET DI MERCATO IMPORTANTISSIMO PER CHI VENDE ARREDI.
Un retailer come IKEA ha tutto l’interesse a coinvolgere il mondo del business: è di certo una percentuale importante del suo fatturato.
Probabilmente è una fascia alto-spendente, con caratteristiche di mercato specifiche, diverse da quelle del residenziale.
4.
È UN TEST MOLTO INTERESSANTE, PER CHI HA GLI STRUMENTI CULTURALI PER PORTARLO AVANTI E STUDIARLO.
Di certo IKEA ha interesse a studiare da vicino macrotendenze globali del mondo del lavoro quali Coworking, Lavoro Agile, Smart Working.
Sono cambi di paradigma di enorme portata: il luogo del lavoro sta diventando altro, ovunque.
Da protagonista, IKEA c’è.
5.
NON COSTA PRATICAMENTE NULLA, A FRONTE DI UN POTENZIALE NUOVO SERVIZIO
Non che il Coworking possa diventare un core business di IKEA (come del resto non lo è il ristorante, o il servizio noleggio furgoni), ma al di fuori del conto economico, molte attività hanno il loro senso, in un ecosistema complesso e ricco come quello di IKEA.
• Dobbiamo preoccuparci o essere contenti? È concorrenza o mercato che si espande?
Di certo è mercato che si espande, e di certo gli spazi di espansione sono tuttora molto ampi, quindi IKEA sta aiutando la divulgazione del “messaggio Coworking” e lo fa da par suo: con una proposta di qualità (anche se non pubblicizzata) e stile sicuro.
Chi si deve preoccupare, non è a causa di IKEA.
A nostro avviso, in questo nascente mercato del Coworking, coloro che devono preoccuparsi sono coloro che si improvvisano, che forniscono servizi a prezzi fuori mercato, che propongono soluzioni di bassa qualità, che non fanno marketing, che… in poche parole, lavorano male.
Mentre negli anni passati, in una situazione di totale assenza di proposte, ogni cosa appariva interessante, chi fa Coworking nel 2019 è opportuno abbia consapevolezza, preparazione, strumenti.
Anche il nostro mercato, insieme a noi, sta diventando grande!
• Funzionerà e prenderà piede, o rimarrà un esperimento?
Quanto a funzionare, funziona già piuttosto bene, come è evidente dall’articolo qui sopra.
Se prenderà piede dipenderà da IKEA, da quanto vorrà promuovere e far ampliare questa piccola iniziativa.
Il dato che ci sembra interessante è che la gratuità diventa parte di una proposta di qualità, cosa che aumenta il livello di servizio necessario a chi il servizio lo fa pagare.
Detto questo, uno spazio interno a un negozio – per quanto all’avanguardia – non potrà mai svolgere la funzione che ha un servizio organizzato e dedicato, per il quale si paga un corrispettivo e nell’ambito del quale si ha diritto – per contratto – all’erogazione di un servizio nell’arco di un certo tempo.