Era il 2011 – esattamente il 10 gennaio – quando Alberto Mariani entrava nella Rete Cowo® con il suo bellissimo spazio di archeologia industriale a Sovico, in provincia di Monza Brianza, a pochi km da Milano ma in un ambiente culturalmente lontano dalla metropoli lombarda.
Da quel giorno, la ex-tessitura di Via Giovanni da Sovico 96 è stata molte cose diverse, e continua a proporre un’idea di spazio professionale condiviso in grado di attrarre talenti di molti tipi, che sembrano armonizzarsi nel momento in cui entrano al Cowo®.
Alla vigilia del quinto anniversario di coworking, siamo andati a incontrare questa community.
Naturalmente, non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione di fare…
Dieci domande ad Alberto Mariani, da 5 anni Coworking Manager a Sovico
Cowo:
Alberto, come si è evoluta la tua idea di coworking, in questi 4 anni?
Alberto:
All’inizio è stata principalmente la necessità di utilizzare uno spazio, ma abbiamo capito in fretta che lo spazio era collegato in modo importante con ciò che si svolgeva al suo interno.
Cowo:
E come vi siete mossi?
Alberto:
Abbiamo abbiamo cominciato ad animare lo spazio con eventi e attività varie, cercando di favorire la nascita di relazioni positive.
Un passaggio importante, poi, è stato l’arrivo dell’artista Dario Brivio: con lui abbiamo trovato una bella spinta per creare la giusta attenzionalità allo spazio, anche grazie alle molte persone che ruotano intorno al suo lavoro.
Unendo le energie e le idee, con Dario siamo riusciti a fare molte cose.
Cowo:
Qualche esempio?
Alberto:
Intanto il lancio dello spazio di Dario all’interno del Cowo®… poi altri eventi, ad esempio quello deidcato agli handprint e blockpront con la famosa signora Zucchi, iniziativa che ha visto all’opera anche un artista che trae ispirazione dal mondo tessile.
Un altro importante momento di contatto tra lo spazio e il territorio è stata la serata dedicata al paradigma dell’eccellenza italiana “Italian Factor” nel lavoro, con relazione del prof. Francesco Morace.
Nella stessa sera abbiamo anche avuto le performance artistiche di una musicista e dell’artista visivo Alex Sala.
Anche in questa occasione, il Cowo® ha fatto da aggregatore di persone e interessi qui sul territorio: la gente è uscita di casa per venire al Cowo® e partecipare a una serata molto stimolante.
Poi le Master class musicali, tenute sia nel 2014 sia nel 2015: attività di alto valore artistico, quasi 10 giorni di musica di livello.
E nate da uno dei nostri coworker, Andrea Micucci, che al posto della scrivania ha un pianoforte a coda.
Cowo:
Tutto questo è stato raccontato?
Alberto:
Certo! Non dimentichiamo che il primo libro italiano sul coworking è stato scritto sulle nostre scrivanie, prima di essere presentato in tutta Italia…
Cowo:
Il coworking funziona solo nelle grandi città, afferma qualcuno.
Cosa ne pensi tu che gestisci un Cowo in un paese di 8.000 abitanti?
Alberto:
Non è così automatico… da un lato è vero che nelle nostre periferie si arriva un po’ dopo le città, ma alla fine l’esigenza c’è, e non appena la proposta viene compresa, è molto valorizzata.
Almeno, così è stato per noi.
Cowo:
Coworking e Brianza: che rapporto suggerisce questo connubio? Com’è stato recepito?
Alberto:
Non ancora appieno, in particolare dalle istituzioni, che si sono interessate ma non hanno approfondito.
L’interesse dei nostri amministratori finora è stato estemporaneo, speriamo che gli stimoli portati nel nostro piccolo ambito venissero rilanciati in scala maggiore da chi ne ha le possibilità istituzionali.
Cowo:
Spesso gli spazi di coworking trovano notorietà online, via web, prima che sul territorio.
Voi come avete pensato di farvi conoscere nell’ambiente in cui operate?
Alberto:
Siamo costantemente alla ricerca di modi per dare sostanza al fenomeno del passaparola.
Crediamo che solo proponendo eventi e contenuti di valore si riesca a far passare un messaggio corretto, cioè che il coworking non è una moda passeggera o un’opzione meramente conveniente, ma qualcosa di importante, inerente alle relazioni e alla vita professionale.
Una piccola idea che però ci sta dando molta soddisfazione proprio con chi passa davanti al nostro spazio in via Giovanni da Sovico è il book-crossing.
Più di una persona, tra chi vive o lavora nelle vicinanze, ha trovato l’occasione di fermarsi ed entrare al coworking, grazie alla proposta dello scambio di libri offerta davanti alla porta del Cowo®.
Cowo:
Gli interlocutori del Cowo: dai coworker agli amministratori pubblici a…
Alberto:
Tra gli interlocutori del nostro spazio di coworking, ci sono diversi tipi di matrici.
Ci sono i professionisti, coloro che lavorano nei settori informatica, consulenza, coaching; poi la matrice artistica e culturale, molto forte grazie ai numerosi coworker attivi, anche con corsi ed altro (peculiare e legato alla tradizione del territorio il corso di scultura del legno); infine il mondo produttivo legato a iniziative pionieristiche e di eccellenza.
Cowo:
In tutto questo qual è il ruolo della Rete Cowo?
Alberto:
Innanzitutto possiamo dire che l’idea dello spazio di coworking è correlata a un’idea di rete: non c’è coworking senza network.
Questo vale a tutti i livelli: informazioni, relazioni, sviluppo di progetti comuni.
Per noi questa è l’interpretazione della realtà del network Cowo®, che abbiamo avvicinato ormai quasi cinque anni fa: secondo noi il lavoro di Rete non sia finalizzato a se stesso ma parte da ognuno di noi per ricollegarsi al lavoro di molti altri, in un continuum virtuoso.
Cowo:
Nella tua normale attività professionale, come è vista la realtà dello spazio di coworking?
E’ vista con attenzione e con benevola partecipazione: ho ricevuto già varie volte manifestazione d’interesse da parte di miei contatti anche internazionali.
Non è detto che presto non vi sia, tra i nostri coworker, anche qualche cliente della mia società!